APPUNTI DI ASCETICA ANNO 2000
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n.10 Io sono il pane della vita
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«Dopo questi fatti, Gesù andò all’altra riva del
mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande
folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi.
Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere
con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la
festa dei Giudei.
Alzàti quindi gli occhi, Gesù vide che una grande
folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo
comprare il pane perché costoro abbiano da
mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova;
egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.
Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non
sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne
un pezzo”. Gli disse allora uno dei discepoli,
Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo
che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che
cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”.
C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque
ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù
prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a
quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci,
finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai
discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla
vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici
canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati
a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto,
cominciò a dire: “Questi è davvero il profeta
che deve venire nel mondo!”. Ma Gesù, sapendo
che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si
ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo...
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte
del mare, notò che c’era una barca sola e che Gesù
non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma
soltanto i suoi discepoli erano partiti. Altre barche
erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il
luogo dove avevano mangiato il pane dopo che il
Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla
vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli,
salì sulle barche e si diresse alla volta di
Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal
mare, gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”.
Gesù rispose: “In verità, in verità vi dico, voi mi
cercate non perché avete visto dei segni, ma perché
avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi
non il cibo che perisce, ma quello che dura per
la vita eterna, e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché
su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo”.
Gli dissero allora: “Che cosa dobbiamo fare per compiere
le opere di Dio?”. Gesù rispose: “Questa è
l’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato”.
Allora gli dissero: “Quale segno dunque tu fai perché
vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi?
I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto,
come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal
cielo”. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico:
non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio
vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è
colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.
Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo
pane”. Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi
viene a me non avrà più fame e chi crede in me non
avrà più sete”» (Gv 6, 1-35).