APPUNTI DI ASCETICA ANNO 2002
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n.9 Potete bere il calice che io bevo?
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«Mentre erano in viaggio per salire a Gerusalemme,
Gesù camminava davanti a loro ed essi erano
stupiti; coloro che venivano dietro erano pieni di timore.
Prendendo di nuovo in disparte i Dodici, cominciò
a dir loro quello che gli sarebbe accaduto:
“Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo
sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi:
lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai
pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo
flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà”.
E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli
di Zebedeo, dicendogli: “Maestro, noi vogliamo che
tu ci faccia quello che ti chiederemo”. Egli disse
loro: “Cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero:
“Concedici di sedere nella tua gloria uno
alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Gesù disse
loro: “Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere
il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui
io sono battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo”.
E Gesù disse: “Il calice che io bevo anche voi lo
berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete.
Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra
non sta a me concederlo; è per coloro per i
quali è stato preparato”.
All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con
Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé,
disse loro: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti
capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi
esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è
così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro
servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà
il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto
per essere servito, ma per servire e dare la propria
vita in riscatto per molti”» (Mc 10, 32-45)..